G. Cristofolini, A. Managlia

Riassunto ‑ Giacomo Zanoni (Montecchio 1615 ‐ Bologna 1682) è stato il maggiore botanico attivo a Bologna nel XVII secolo; ivi fu Custode dell’Orto Botanico, che portò a grande ricchezza di specie. In quanto nativo di Montecchio, città del Ducato di Modena e Reggio, fu considerato straniero, e non ottenne mai la dignità di Prefetto dell’Orto, venendogli anteposti studiosi ben meno illustri, ma cittadini di Bologna. La sua opera principale è la “Istoria Botanica” (1675), dove sono descritte e illustrate in pregevolissime incisioni 111 specie critiche o nuove per la scienza, sia native dell’Italia che esotiche, queste ultime soprattutto originarie del Malabar. L’opera fu ripubblicata postuma nel 1742, a cura di Gaetano Monti, tradotta in latino ed arricchita di 107 ulteriori specie, che erano state descritte da Zanoni dopo la prima edizione.
L’opera di Zanoni nacque in un ambiente culturale chiuso, quale era quello della botanica bolognese del Seicento, refrattario agli apporti esterni, pregno di residui medievali, ed inoltre succube dell’eredità di Ulisse Aldrovandi, tanto gloriosa quanto ormai superata dai progressi della scienza. La “Istoria Botanica”, meritatamente apprezzata per la ricchezza delle descrizioni e delle illustrazioni, appare palesemente condizionata nel suo impianto dal contesto culturale. Tale condizionamento si manifesta nella nomenclatura di impronta arcaica, nella mancanza di una visione sistematica della diversità vegetale, nel permanere del culto del favoloso. L’anacronismo diviene ancor più palese nell’edizione curata da Monti alla metà del Settecento. Giacomo Zanoni appare pertanto come ultimo epigono di una stagione gloriosa e ormai conclusa della scienza botanica.

Parole chiave: Bartolomeo Ambrosini, Gaetano Monti, Giacinto Ambrosini, Istoria Botanica, Matteo di San Giuseppe, Orto Botanico di Bologna